Coronavirus, Giuseppe Martinelli: “Tour a porte chiuse? È fantascienza, non mi piace. Il Giro meglio a settembre”
Tutti i protagonisti del mondo del ciclismo sono costretti ad uno stop forzato in seguito alla pandemia di coronavirus. Sono moltissime le corse annullate ed anche l’appuntamento importante dell’anno, i Giochi Olimpici di Tokyo 2020, è stato rinviato. In questo difficile momento regna l’incertezza su quando e se si potrà riprendere la stagione ciclistica, tanto che molti corridori affermano di fare fatica ad allenarsi non sapendo quando potranno tornare a correre. Anche i team sono in difficoltà, tanto che alcuni team hanno già fatto richiesta per misure di sostegno economico.
Anche un decano del mondo delle due ruote come Giuseppe Martinelli non nasconde la propria preoccupazione sul momento attuale: “Temo che le conseguenze economiche di tutto questo potranno zavorrare il nostro mondo anche il prossimo anno – afferma il direttore sportivo della Astana alla Gazzetta dello Sport – Se gli sponsor tagliano i fondi, rischiano seriamente di essere tagliati pure gli stipendi”.
Anche la ripresa della stagione appare sempre più in dubbio: “Qualche giorno fa speravo che si potesse riprendere a giugno, ma ora sono più pessimista. E’ ovvio che dipenda dall’evoluzione sanitaria, perché la salute ha la priorità su tutto. Spero che si possa riprendere con il Tour, magari spostato una settimana in avanti nelle sue date abituali ora che i Giochi sono stati rinviati. Mentre l’opzione di farlo a porte chiuse… può darsi che ci proveranno, ma a me sembra fantascienza. Non mi piace per niente“. Anche il Giro d’Italia sta cercando una nuova collocazione: “Magari dopo il Tour, verso fine agosto-settembre. Non scarterei una sovrapposizione parziale con la Vuelta. Farlo ad ottobre? E’ una possibilità, ma a quel punto non so quanti dei big potrebbero essere pronti per una gara così importante in quel periodo dell’anno”.
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